Non avviando per tempo le gare per i termoutilizzatori e lasciando le grandi città metropolitane di Palermo e Catania con percentuali irrisorie di raccolta differenziata, di fatto si è favorito l’attuale sistema delle grandi discariche, nonché quello delle deroghe man mano necessarie per continuare a conferire, con relativo aggravio dei costi, scaricati peraltro sulle SRR e quindi sui comuni.
Eppure, considerati in un opportuno piano di gestione che inserisca l’incenerimento del residuo secco indifferenziato come ultimo anello di quell’economia circolare di recupero, oggi avremmo potuto avere almeno due termoutilizzatori in Sicilia, con altissima percentuale di raccolta differenziata, zero rifiuti per le strade e come se non bastasse anche energia elettrica da sfruttare, quanto mai utile in questo periodo.
Da qui bisogna quindi ripartire, portando a compimento nei prossimi cinque anni parallelamente sia la costruzione degli impianti di termoutilizzazione sia l’incentivo alla raccolta differenziata e all’economia circolare.