Siamo francamente stufi di assistere ad inaugurazioni farlocche e tagli di un nastro infinito, con eventi e conferenze stampa anche per l’inaugurazione di piccoli lotti autostradali progettati da oltre 50 anni. Il riferimento all’incompiuta per eccellenza, la Siracusa-Gela, non è certamente casuale, perché spacciare per un buon risultato raggiunto pochi chilometri di asfalto è un insulto all’intelligenza dei siciliani. Anche in questo caso, lacci e lacciuoli, permessi, impedimenti di ogni genere hanno contribuito a rallentare la già lentissima opera, indispensabile per la viabilità della zona sud, per il cui completamento serve evidentemente una gestione commissariale d’emergenza, sul modello dei cantieri sbloccati in altre parti d’Italia, basti pensare al ponte Morandi.
E a proposito di opere-vergogna per la Sicilia, come non citare la Catania-Palermo, arteria strategica e ridotta ad un continuo susseguirsi di cantieri tartaruga, senza dimenticare il viadotto Himera per il quale l’apertura della bretella di collegamento sembra ormai una soluzione pressoché definitiva; evidentemente, non c’è urgenza per la costruzione del nuovo ponte.
Mentre siamo ancora in attesa degli investimenti promessi da RFI e Trenitalia per l’elettrificazione della rete ferroviaria siciliana, i tre aeroporti principali dell’Isola faticano ad attuare le tariffe della continuità territoriale, approvata in linea teorica come conseguenza del riconoscimento dell’insularità per la Sicilia.
Anche dal punto di vista dei porti la situazione resta difficile. Sebbene con l’istituzione delle Zes, previste per legge proprio in zone cosiddette “retroportuali”, si sia finalmente fatto un passo avanti nella strategicità del trasporto marittimo, con il porto core di Augusta ovviamente in prima linea, sono ancora numerosi i problemi e le lacune che impediscono nei fatti un adeguato sviluppo portuale, e quindi logistico, della Sicilia. Gli investimenti annunciati con i fondi del PNRR non sono ancora partiti e sarà necessario quindi monitorare la situazione con maggiore attenzione.
Resta in tal senso emblematica l’occasione – fino ad oggi disattesa nonostante i continui e pressanti appelli – legata all’istituzione delle Zone Franche Doganali Intercluse, strettamente connesse alle Zes e importantissime perché esonerate in parte o in tutto dal pagamento di diritti doganali o altri oneri fiscali, al fine di agevolare la possibilità di scambio merci e sviluppo commerciale.
L’auspicio per il medio periodo però è che si avvii concretamente la stagione degli investimenti, rendendo così la Sicilia protagonista del in Europa e nel bacino del Mediterraneo.