Siamo stati tra i principali promotori del nuovo Pears (il Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana), redatto puntando l’attenzione, come giusto che sia, sulle fonti rinnovabili di cui la Sicilia, almeno sulla carta, abbonderebbe.
Tuttavia, inutile far finta di nulla, gli obiettivi a lungo termine previsti dal Pears hanno trovato in questo finale di legislatura un ostacolo oggettivo, ossia il conflitto Russo-Ucraino che ha posto al centro dell’attenzione la necessità di approvvigionamento di materie prime e di gas soprattutto subito, in tempi brevissimi.
Anche a causa di questo contesto particolarmente problematico, risultano inaccettabili le battaglie ideologiche che vedono coinvolti non soltanto nuovi insediamenti per lo stoccaggio del gas da altre fonti (i famigerati rigassificatori, la cui assenza oggi il territorio piange amaramente) ma anche le strutture dedicate alla produzione di energia pulita, come l’impianto fotovoltaico previsto negli iblei e inspiegabilmente osteggiato.
Anche gli impianti a biomasse rappresentano ad oggi una potenziale fonte energetica green, peraltro perfettamente inserita in un contesto di economia circolare. Gli impianti potrebbero infatti essere alimentati anche dai boschi siciliani, per i quali il lavoro di prevenzione antincendio dei forestali, necessario e prezioso, produrrebbe materiale perfetto proprio per alimentare le biomasse. Poiché le esigenze energetiche di famiglie e imprese resteranno a prescindere dalle ideologie, su questi temi non è più possibile assumere atteggiamenti attendisti, ma bisogna semplificare e accelerare le procedure offrendo risposte concrete ai cittadini.